"Tra 10 anni? Mi vedo in piedi"
Bernadette Serratore, Mercoledì, 13 Marzo 2019

Sorridente e pieno di ottimismo per il futuro si mostra così Manuel Bortuzzo, che per alcune ore lascia la Fondazione Santa Lucia, dove ha iniziato la neuro-riabilitazione, per incontrare i tanti giornalisti al Centro Federale di Ostia, nella piscina in cui si allenava con i campioni Gregorio Paltrinieri, Gabriele Detti e l’amica Ilaria Cusinato, che conosce fin dai tempi di Venezia. Al suo fianco, mamma Rossella, papà Franco e il presidente della Federazione Italiana Nuoto Paolo Barelli.
“Non maledico quel giorno, perché stavo vivendo la mia vita – dice con forza e determinazione Manuel – Si è trattato di uno sbaglio e adesso voglio soltanto andare avanti e pensare a me stesso. Non mi importa di chi mi ha sparato, cosa posso dire di quel genere di persone, se li incontrassi riderei. Lo sport mi ha insegnato a restare tranquillo, ma questa forza interiore fa parte della nostra famiglia. L’aiuto di tutti voi è importante e vi ringrazio”.
“L'incontro che resterà nel cuore? Quello con Bebe Vio” - la campionessa di scherma che è andata a trovarlo al centro di riabilitazione Santa Lucia, - “abbiamo parlato di tante cose, mi ha raccontato la sua storia e come ha affrontato la sua condizione. È molto forte e mi ha trasmesso tanta positività.” – racconta Bortuzzo.
Con tutta la sua saggezza prosegue - “certo che trovarmi così a 19 anni non è il massimo però c’è chi mi sta aiutando davvero tanto”. La mamma non si è mai allontanata da Manuel, il papà fa la spola fra gli altri figli in Veneto e la capitale. “Ieri c'ho messo meno del Freccia Rossa” - commenta divertito Franco Bortuzzo – “Speranze? Nessuna - risponde senza troppi giri di parole il padre -.” “Dove non arriva la scienza arriva la fede – ribatte Manuel.
“Come mi vedo tra dieci anni? Mi vedo in piedi. Il mio sogno più grande è camminare, ma ora l’importante è che stia andando tutto per il meglio. A chi vive la mia stessa situazione dico di non abbattersi mai, di guardarsi dentro e trovare la forza di riprendersi la propria quotidianità".
Un ragazzo d’oro dal carattere d'acciaio e la sua reazione non può essere che quella di un atleta.
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